ARTÉTECA

Il termine indica irrequietezza, agitazione, movimenti continui.
Deriva dal termine latino “Arthritica” che può associarsi alla “Febbre reumatica” (artritica), malattia molto diffusa, soprattutto tra i bambini, fino alla fine della seconda guerra mondiale ed ora notevolmente diminuita grazie all’uso degli antibiotici. La patologia colpisce, tra l’altro, le articolazioni, infatti una delle sue manifestazioni è la “Còrea minor” (Ballo di san Vito) che porta il paziente a compiere movimenti involontari, veloci, a scatti, ripetitivi e scoordinati

Arteteca

Artéteca

Ipotesi etimologica (artéteca > còrea minor > febbre reumatica) costruita da Gianna Caiazzo.

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‘O vino: raddoppiamento consonantico napoletano

In molti ritengono un mistero linguistico il fatto che, a differenza di tanti nomi neutri napoletani che subiscono raddoppiamento consonantico iniziale quando preceduti dall’articolo determinativo (es. ‘o ppane, ‘o llatte, ‘o ffierro), il termine “vino” non subisca tale raddoppiamento, scrivendosi infatti ” ‘o vino “, con la V scempia, e non ” ‘o vvino”. Ho provato a formulare un’ipotesi a riguardo: nel latino, molti neutri subirono con il tempo un cambio di genere trasformandosi in maschili, sono i cosiddetti ‘volgarismi’. Già Petronio, nel suo Satyricon (I sec dC) scriveva fatus al posto di fatum, caelus invece di caelum, vasus in luogo di vasum e, soprattutto, VINUS anziché VINUM. Se, in questo caso, come di conseguenza anche l’articolo diventa maschile, l’articolo neutro illud, la cui assimilazione della D finale crea il raddoppiamento della consonante iniziale del termine che lo segue, sparisce portando via con sé anche il RC. Ecco perchè in napoletano scriviamo ” ‘o vino” e non ” ‘o vvino”.
Gianna Caiazzo
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SPANTECÀ.

Significa smaniare, spasimare, desiderare ardentemente qualcosa o qualcuno fino a stare male fisicamente e moralmente. Deriva dal latino “ex-panticare” formato da e = “da, fuori da” e “panticare” che deriva a sua volta dal sostantivo “pantex”, pancia; quindi una sensazione che viene dal ventre. Un’ulteriore spiegazione la troviamo nell’analogo termine in lingua Catalana “pantejar” : Movimenti prodotti dalla respirazione faticosa che fanno andare e venire il ventre ed il torace. Ansimare.

Stessa origine per l’altro termine napoletano, “pànteco” che indica uno stato di malessere generale dovuto ad una gran paura o ad un’intossicazione, specialmente alimentare.

spantecà, spantecare


VRENZOLA.

Indica una donna (ma anche ad un uomo: vrinzolo) sciatta e malvestita, una stracciona, e per estensione una donna volgare nei modi e nel parlare. L’etimologia può ricollegarsi a “Brindolo, brendolo, brenciolo” (brandello) derivante dal latino “bràndeum” che significa pezzo di drappo, di tela. Oggi il termine “vrenzola” viene usato anche per indicare donne, e soprattutto ragazze, dall’abbigliamento “trash” (anche se spesso superfirmato) e dai modi e il linguaggio sguaiato.

Una curiosità: anche in Toscana si usa definire “brendolone” chi è abitualmente sciatto e malvestito.

vrenzola

VAJASSA.

Deriva dall’arabo “bagasch” che significa ‘serva di casa’ e tale primario significato ebbe nel vocabolario napoletano, tant’è che nel ‘600 Giulio Cesare Cortese scrisse il poema eroicomico “La vajasseide” il quale narra le vicissitudini amorose di alcune servette napoletane. Mentre nella lingua italiana si è trasformato in ‘bagascia’ nel senso di ‘meretrice’ nella lingua napoletana ha assunto un significato diverso e cioè quello di donna sguaiata, volgare nell’aspetto, nei modi e nel linguaggio, pronta all’alterco e alla platealità.

vajassa, vaiassa

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FACCÈRA.

Indica una persona falsa, insincera, ambigua, capace di assumere una finta espressione e un finto comportamento per ogni occasione. Il termine vuol dire “maschera” e probabilmente deriva dal Francese antico “facière” legato chiaramente al latino “facies” (latino volg. fàcia, faccia). “Faccèra” viene usato con lo stesso significato anche in Sicilia, mentre nella Trentina Val di Fassa le “Faciere” (facce intagliate nel legno) sono le maschere tradizionali.

 

faccera, maschera, falsità

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ARTÉTECA.

Il termine indica irrequietezza, agitazione, movimenti continui.
Deriva dal termine latino “Arthritica” che può associarsi alla “Febbre reumatica” (artritica), malattia molto diffusa, soprattutto tra i bambini, fino alla fine della seconda guerra mondiale ed ora notevolmente diminuita grazie all’uso degli antibiotici. La patologia colpisce, tra l’altro, le articolazioni, infatti una delle sue manifestazioni è la “Còrea minor” (Ballo di san Vito) che porta il paziente a compiere movimenti involontari, veloci, a scatti, ripetitivi e scoordinati.

arteteca

Ipotesi etimologica (arteteca > corea > febbre reumatica) costruita da Gianna Caiazzo.

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RENZECATA.

Inclinazione, tendenza.
Dal verbo napoletano ‘arrenzà’ (andare di renza, di lato) a sua volta derivante dal latino “haerere”: pendere. Per estensione: scivolone, spesso senza caduta. Es: ‘Ha pigliato ‘na brutta renzecata!’ (una brutta tendenza); ‘Stevo piglianno chella renzecata!’ (quello scivolone).

renzecata, parole napoletane

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