UN OCCHIO..PARTICOLARE!

Volete fare uno scherzetto per la notte di Halloween a chi vive con voi?Prendete una mollica di pane e lavoratela tra le mani a lungo finchè si sarà ammorbidita e lisciata.Datele una forma di bulbo oculare e con un pennarello(meglio indelebile) marrone scuro ed uno nero disegnatevi al centro iride e pupilla,con uno rosso scuro disegnate dall’esterno verso l’interno del bulbo dei leggerissimi filamenti a mo’ di capillari (non troppi) fate asciugare bene e lucidatelo delicatamente con dell’olio di oliva.Procuratevi un vasetto trasparente,di quelli da omogenizzato o marmellatina,mettetevi sul fondo un po’ di ovatta macchiata al centro con del passato di pomodoro,adagiatevi sopra il vostro bulbo oculare (quello che avete fatto ovviamente..ah ah!) ed ecco pronto un mostruoso occhio da laboratorio del dottor Frankenstein. Mettetelo in bella vista in camera della vittima prescelta,prima che vada a nanna e via! E’collaudato,l’impressione è assicurata!

                                                                                                 G.C.

pipistrello

HALLOWEEN PARTENOPEO.

di Gianna Caiazzo.

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Già da alcuni anni, grazie anche all’ausilio del mercato cinese, siamo stati invasi da zucche di tutti i tipi e di tutti i materiali, le tipiche lanterne di all allows even, la vigilia di ognissanti, Halloween, insomma. Nonostante il tipico nome da gangster napolamericano, Jack o’ lantern, questo è il nome della cocozza, è proprio made in USA anche se probabilmente ha origini nelle tradizioni importate da immigrati europei. 

Abbiamo accolto questa usanza con grande simpatia, proliferano dolcetti a forma di teschio, spiritello ed altre cosine ‘allegre’. Ovunque si consigliano ricette per cene a base di zucca, ovunque si organizzano feste in maschera a tema horror per movimentare  le “già troppo tranquille” notti in discoteca. Sempre aperti alle novità, quindi, soprattutto se parlano inglese, anche a costo di mettere da parte qualche nostra usanza per fare spazio alle importazioni. Rispolverando i miei ricordi di bambina, però, ho trovato in un’antica e forse poco conosciuta tradizione napoletana una qualche analogia con quella di origine celtica di cui parliamo.

Intorno agli anni ’70, infatti, anche i bambini napoletani, nel periodo dei “morti”, si divertivano ad andare in giro per i vicoli portando una piccola scatola di cartone, con una fessura alla sommità, che avevano essi stessi diligentemente costruito. Sulla scatola avevano disegnato un teschio a mo’ di quello dei pirati o di “chi tocca i fili muore”. Ci avevano inserito dentro una monetina, l’obolo di partenza ricevuto, di solito, dai genitori. Così, agitando la scatoletta e facendo sbatacchiare la monetina al suo interno, scorrazzavano a gruppetti e, ridendo e urlando, fermavano i passanti al cui indirizzo intonavano una cantilena, tramandata loro dai nonni, che mi sembra incredibilmente analoga al sintetico ed angloassone “trick or treat”.

     

SIGNURÌ  ‘E MUORTE

SOTT ‘Â PÉTTOLA* CHE NCE PUORTE

E NCE PUORTE ‘E CUNFETTIÉLLE

SIGNURÌ  ‘E MURTICIÉLLE!

 

Molti, intimiditi dall’esuberanza dei bambini che saltavano loro intorno, o temendo di essere scherniti davanti agli altri o soltanto per simpatia e divertimento, contribuivano inserendo qualche spicciolo (non più gli antichi cunfettielli) nella preziosa urna. E il contenuto, via via, tra la gioia dei piccoli, tintinnava sempre di più.

 *Falda della camicia  

55cced9d6874d48991081f3f242bd321.gifascolta la filastrocca

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OMAGGIO AL CUSTODE.

di Gianna Caiazzo

-Je so’ soprintendente,so’ figlio ‘e nu pittore

ero d’a Rua Catalana, mo songo prufessore

pur’io ogne tanto allucco ,peffino dint’e ssale

ma chesta è ‘n’ata cosa ,io so’ intellettuale…

Vaco giranno o’ munno,sto’ mmiezo a bbella gente

che colpa maje ne tengo,si songo intelligente?

Di tanto in tanto piglio e inauguro ‘na mostra

po’ arrivederci e grazie,sto dint’e mmane voste..

‘E mmane d’o’ custode ,ca o dorme o  legge o niente,

ca allucca ‘int’o silenzio ,ca fa fui’ ‘e cliente!-

——- 

-Io songo nu custode,n’addetto a’ viggilanza

avessa sta’ sei ore chiuso dint’a na stanza

Vulevo fa’ ‘o duttore,’o strologo,’o soprano

ma ‘o posto era occupato,m’attocca a ffa’ ‘o guardiano..

‘E vvote ‘int’o’ silenzio me scappa ‘o sunnariello

allora o leggo o parlo,pe’ scetà ‘a cerevella..

A tte pare difficile,eppure me riesce

cu n’uocchio guardo ‘a jatta e cu n’ato frijo ‘o pesce!-