‘O vino: raddoppiamento consonantico napoletano

In molti ritengono un mistero linguistico il fatto che, a differenza di tanti nomi neutri napoletani che subiscono raddoppiamento consonantico iniziale quando preceduti dall’articolo determinativo (es. ‘o ppane, ‘o llatte, ‘o ffierro), il termine “vino” non subisca tale raddoppiamento, scrivendosi infatti ” ‘o vino “, con la V scempia, e non ” ‘o vvino”. Ho provato a formulare un’ipotesi a riguardo: nel latino, molti neutri subirono con il tempo un cambio di genere trasformandosi in maschili, sono i cosiddetti ‘volgarismi’. Già Petronio, nel suo Satyricon (I sec dC) scriveva fatus al posto di fatum, caelus invece di caelum, vasus in luogo di vasum e, soprattutto, VINUS anziché VINUM. Se, in questo caso, come di conseguenza anche l’articolo diventa maschile, l’articolo neutro illud, la cui assimilazione della D finale crea il raddoppiamento della consonante iniziale del termine che lo segue, sparisce portando via con sé anche il RC. Ecco perchè in napoletano scriviamo ” ‘o vino” e non ” ‘o vvino”.
Gianna Caiazzo
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