‘O vino: raddoppiamento consonantico napoletano

In molti ritengono un mistero linguistico il fatto che, a differenza di tanti nomi neutri napoletani che subiscono raddoppiamento consonantico iniziale quando preceduti dall’articolo determinativo (es. ‘o ppane, ‘o llatte, ‘o ffierro), il termine “vino” non subisca tale raddoppiamento, scrivendosi infatti ” ‘o vino “, con la V scempia, e non ” ‘o vvino”. Ho provato a formulare un’ipotesi a riguardo: nel latino, molti neutri subirono con il tempo un cambio di genere trasformandosi in maschili, sono i cosiddetti ‘volgarismi’. Già Petronio, nel suo Satyricon (I sec dC) scriveva fatus al posto di fatum, caelus invece di caelum, vasus in luogo di vasum e, soprattutto, VINUS anziché VINUM. Se, in questo caso, come di conseguenza anche l’articolo diventa maschile, l’articolo neutro illud, la cui assimilazione della D finale crea il raddoppiamento della consonante iniziale del termine che lo segue, sparisce portando via con sé anche il RC. Ecco perchè in napoletano scriviamo ” ‘o vino” e non ” ‘o vvino”.
Gianna Caiazzo
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Chiamali “stupid”!

di Gianna Caiazzo

L’unico pensiero che riuscì a rincuorarmi un po’, quando vidi per la prima volta i cartelloni della campagna pubblicitaria “Be stupid” (sii stupido) della Diesel, fu: “Meno male che sono in inglese!”  Speravo che l’impatto sarebbe stato, per molti, limitato proprio dalla poca dimestichezza con questa lingua.
Detto fatto. In questi giorni ho notato per la prima volta il cartellone della nuova campagna pubblicitaria di questo marchio, quella che vorrebbe essere in dialetto (lingua) napoletano. Ho superato velocemente il rinnovato senso di nausea che già avevo provato ai tempi della prima campagna, per soffermarmi sulla morfologia dello scritto. ” ‘O scienziato tinnè ‘e ampolle, ‘o stup’d ‘e pppalle” : “Lo scienziato ha le ampolle, lo stupido le palle”. Dopo aver letto e riletto, stavo per convincermi che fossero stati erroneamente affissi a Napoli cartelloni destinati ad un’altra città del sud. Ho pensato che si trattasse, forse, di dialetto calabrese.
Poi ho pensato ad un tentativo malriuscito di scrivere in napoletano. E questo mi appariva come superficialità, addirittura irriverenza.
Malriuscito secondo chi conosce e tiene alla lingua napoletana. Ma a vedere bene, non credo lo sia del tutto per la Diesel. Non trovo, infatti, casuali le tre P di ” ‘e pppalle”, ripetizione rafforzativa, tipica soprattutto del linguaggio internettiano. E non credo una distrazione il non aver sostituito  ‘stupido’ con il più marcatamente napoletano ‘strunzo’, come ha osservato qualcuno. ‘Stupido’ è la parola portante della campagna e deve restare invariata. ‘Strunzo’, poi, come sappiamo noi napoletani, ha un significato diverso che contiene una maggiore carica offensiva poichè, spesso, presuppone  malizia da parte del soggetto.
Penso che dietro quella che apparentemente sembra ignoranza linguistica ci sia, invece, l’osservazione del modo (approssimativo, forse loro malgrado) di scrivere il dialetto, diffuso tra i giovani partenopei, in cui abbondano inutili apostrofi ed improprie troncature. Una sorta di brutta trascrizione fonetica. Facebook per credere!

 cartello diesel dialetto napoletano


Potete segnalare, a commento di questo post, iniziative a favore della diffusione e dell’insegnamento della lingua napoletana. Grazie.

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Blog del giorno


 

‘A penna.

Dicette ‘a penna: “Aggia cagnà mestiere

me sento stanca, moscia, sfaticata

‘a quanno è asciuta ‘mmiezo ‘sta tastiera

me pare ca me vo’ dissuccupata.

 

Primma zumpavo allerta ogne minuto

‘a nota, ‘o cunto, ‘a lettera, ‘e llezzione

‘a quanno hanno ‘nventato ‘sta curnuta

nun so’ cchiù ‘a stessa, so’ ghiuta ‘n depressione!

 

Dint’all’ufficio po nun ne parlammo

ero ‘a patrona e t’’a cummannav’io

mo sto’ jettata tra làppese e gomme

tutt’a jurnata ‘ncopp’ â scrivania.

 

P’ ’e fatte tuoje però vuò ascì cu mme

so’ stata zitta e te n’ hê apprufittato

quann’ è ‘o mumento t’aggia fa vedè

Saje che te dico? Mo me so’ seccata! “

 

 

 

Gianna Caiazzo

31 gennaio 2mila9