ARTÉTECA.

Il termine indica irrequietezza, agitazione, movimenti continui.
Deriva dal termine latino “Arthritica” che può associarsi alla “Febbre reumatica” (artritica), malattia molto diffusa, soprattutto tra i bambini, fino alla fine della seconda guerra mondiale ed ora notevolmente diminuita grazie all’uso degli antibiotici. La patologia colpisce, tra l’altro, le articolazioni, infatti una delle sue manifestazioni è la “Còrea minor” (Ballo di san Vito) che porta il paziente a compiere movimenti involontari, veloci, a scatti, ripetitivi e scoordinati.

arteteca

Ipotesi etimologica (arteteca > corea > febbre reumatica) costruita da Gianna Caiazzo.

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Gay-Odin: una dolce storia.

A fine ‘800, arrivò a Napoli il cioccolatiere piemontese di origine svizzera Isidoro Odin e qui aprì un laboratorio-bottega in via Chiaia. Isidoro produceva una scelta di cioccolatini così originale e varia che lo portò in breve tempo ad essere famoso. Al primo negozio si aggiunsero così altri due in via Toledo e poi, nel 1922, una fabbrica in via Vetriera. In seguito al matrimonio di Isidoro con Onorina Gay nascerà il marchio “Gay-Odin”. Isidoro, non avendo avuto figli, trasferirà tutti i segreti del mestiere a Giulio Castaldi il quale, a sua volta, trasferirà la fabbrica alla famiglia Maglietta che ancora oggi continua con successo l’attività . Gay-Odin, dal 1993, è stato dichiarato monumento nazionale. Una delle sue specialità più famose è la cioccolata “ foresta”, rami di cioccolato che si intrecciano.

GAY ODIN, napoli


RENZECATA.

Inclinazione, tendenza.
Dal verbo napoletano ‘arrenzà’ (andare di renza, di lato) a sua volta derivante dal latino “haerere”: pendere. Per estensione: scivolone, spesso senza caduta. Es: ‘Ha pigliato ‘na brutta renzecata!’ (una brutta tendenza); ‘Stevo piglianno chella renzecata!’ (quello scivolone).

renzecata, parole napoletane

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‘NZIRIA.

Dal latino insidiae, derivazione di insidēre ossia star sopra, star fermo su (e quindi impuntarsi), composto di in e sidere ovvero star seduto. Indica, soprattutto nei bambini, un particolare stato d’animo manifestato con atteggiamento ostinato, pianti apparentemente immotivati, capricci, piagnucolii e lamenti. Es: Piglià ‘a ‘nziria; Tené ‘a ‘nziria.

'NZIRIA

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JACUVELLA.

Nel medioevo, in Francia, i contadini venivano dai nobili chiamati con disprezzo “Jacques Bonhomme” “Giacomo Buonuomo” nome che stava a significare “semplicione, sciocco”. il contadino semplicione divenne nel tempo eroe di tante pieces del teatro comico francese, popolari anche da noi, e il nome Jacque, Giacomo, si napoletanizzò in Jacovo, Jacovello (Giacometto). Il termine “Jacuvella”, quindi, prese il significato di intrigo sempliciotto, sotterfugio realmente privo di astuzia, “tira e molla” inconcludente, cialtroneria. Dalla stessa origine prende il nome “Coviello” Maschera napoletana della Commedia dell’Arte nato come spalla di Pulcinella.

dialetto napoletano,jacuvella

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Fasule â maruzzara.

fagioli alla maruzzara

pe ddoje perzone:

250 gr ‘e fasule cannelline

4  pummarulelle

‘nu spiculo d’aglio

‘nu paro ‘e cucchiare d’uoglio ‘auliva

‘na costa d’accio

‘na frónna ‘e petrusino

sale

pepe

‘nu poco d’arecheta.

Facite ‘na sarzulella cu aglio, uoglio, pummarola, accio e ppetrusino. Auniteve ‘e fasule c’avite miso a nnammuollo ‘a sera primma cu ‘a quantità d’acqua, stessa d’è fasule, ca v’abbasta pe ffà ‘na zuppetella brudosa. Mettitece ‘o ssale ‘o ppepe e ffacite cocere pe ‘na quarantina ‘e minute. Mettitece ‘nu pizzeco ‘arecheta, stutate e mmettitela ‘ncopp ‘o ppane (meglio si è ttuosto).

Salute!

 

Alla ‘maruzzara’ significa al modo della venditrice di maruzze (lumache) cotte. Probabilmente una volta imitava la preparazione di una di quelle zuppe.


   

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